Autore: Ezio Dau 
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 17 ottobre 2025 
 
 La parola "formazione": un'ossessione o una necessità?                                                      Negli ultimi anni, la parola "formazione" è diventata onnipresente, quasi un mantra che sentiamo ripetere in ogni contesto: dal mondo del lavoro, all'educazione, fino alla sfera personale. Tutti sembrano concordare sul fatto che la formazione sia fondamentale, addirittura imprescindibile per chiunque voglia migliorare sé stesso e restare al passo con i tempi. Ma se questa consapevolezza è così diffusa, perché poi così pochi di noi si impegnano davvero a coltivare la propria crescita? Quante persone dedicano tempo e risorse alla formazione durante l'anno? E soprattutto, quanti sono disposti a rinunciare a qualcosa di meno importante per investire su sé stessi? La risposta, purtroppo, è spesso deludente: solo una minoranza lo fa, e molti solo perché obbligati da esigenze lavorative o da situazioni particolari. Questa contraddizione è intrigante e merita una riflessione più approfondita. La formazione è considerata importante, ma nella pratica quotidiana non sempre trova spazio. Forse è un problema di priorità, o forse di consapevolezza reale del valore che la formazione può portare. In ogni caso, la parola "formazione" rischia di diventare un concetto vuoto, un'etichetta che si usa senza tradurla in azioni concrete. Viviamo in un'epoca di trasformazione continua, dove le competenze diventano obsolete rapidamente e dove l'adattabilità rappresenta una qualità fondamentale per il successo professionale e personale. Tuttavia, spesso ci limitiamo a riconoscere intellettualmente l'importanza della formazione senza mai passare all'azione. È come se esistesse un gap tra l'intenzione e l'implementazione, tra il sapere cosa dovremmo fare e il farlo realmente. Questo fenomeno non riguarda solo gli individui, ma si riflette anche nelle organizzazioni e nelle istituzioni, che spesso proclamano l'importanza della formazione continua ma poi non investono adeguatamente nelle risorse necessarie per renderla accessibile e di qualità.                                                                                     Ostacoli reali e percepiti: tempo, soldi e motivazione                                                      Quando si parla di formazione, i primi ostacoli che vengono in mente sono il tempo e il denaro. La formazione di qualità spesso non è economica, e richiede un investimento che non tutti possono permettersi. Le cifre possono essere significative: come evidenziato in alcuni contesti specialistici, i costi possono essere considerevoli, rappresentando una barriera reale per molte persone che vorrebbero investire nella propria crescita professionale. Inoltre, il tempo è una risorsa scarsa: tra lavoro, famiglia, impegni quotidiani, trovare momenti dedicati allo studio o a corsi può sembrare un lusso. La durata di alcuni percorsi formativi può essere impegnativa, richiedendo un investimento temporale che non tutti sono in grado di sostenere. Questi fattori sono certamente reali e pesano nella decisione di dedicarsi o meno alla formazione. Ma dietro questi ostacoli concreti si nasconde una barriera meno visibile ma altrettanto importante: la motivazione. Molte persone, infatti, sembrano accontentarsi di quello che hanno raggiunto, come se avessero già toccato il loro massimo potenziale. La formazione continua, invece, implica un continuo mettersi in gioco, una volontà di uscire dalla propria zona di comfort e di affrontare nuove sfide. Non tutti sono disposti a farlo. C'è chi teme il confronto con il nuovo, chi preferisce la sicurezza del già noto, chi semplicemente non si sente più stimolato a crescere. Questa resistenza psicologica è spesso sottovalutata, ma è fondamentale comprenderla per poterla superare. Non basta dire che la formazione è importante: bisogna anche capire perché molti la evitano e come aiutarli a ritrovare la voglia di imparare. Forse è necessario cambiare il modo in cui pensiamo alla formazione, vedendola non come un obbligo o un peso, ma come un'opportunità di crescita personale che può arricchire la vita sotto molti aspetti. La paura del fallimento, l'ansia da prestazione, la preoccupazione di non essere all'altezza sono tutti fattori che possono scoraggiare le persone dall'intraprendere nuovi percorsi formativi. È importante riconoscere questi timori e affrontarli con sensibilità, creando ambienti di apprendimento sicuri e supportivi.                                                                                     Formarsi è come fare attività fisica: un impegno costante                                                      Un paragone che mi piace molto per spiegare l'importanza della formazione continua è quello con l'attività fisica. Immaginiamo di smettere di fare sport a metà strada: i muscoli si indeboliscono, il corpo perde tonicità, la salute peggiora. Allo stesso modo, smettere di formarsi precocemente significa lasciare che la mente si atrofizzi, che la curiosità si affievolisca, che la capacità di adattarsi e innovare si riduca. La formazione è un fuoco che va alimentato costantemente. Se lo si lascia spegnere, si perde energia, entusiasmo e vitalità. È come se dentro di noi ci fosse un contenitore che, una volta riempito, non potesse più accogliere nulla di nuovo. Ma questa è un'illusione: il potenziale umano è praticamente infinito, e la mente è una risorsa che si può sempre espandere. La formazione continua è la chiave per mantenere viva questa fiamma, per restare aggiornati, per migliorare le proprie competenze e, soprattutto, per sentirsi vivi e protagonisti della propria esistenza. Come nell'attività fisica, anche nella formazione la costanza è fondamentale. Non si può pensare di frequentare un corso una volta ogni tanto e aspettarsi risultati duraturi. È necessario creare una routine, stabilire obiettivi progressivi, monitorare i progressi e adattare il percorso in base ai risultati ottenuti. La neuroplasticità del cervello ci insegna che siamo in grado di apprendere e di cambiare a qualsiasi età, ma questo richiede pratica e perseveranza. Inoltre, la formazione non riguarda solo l'ambito professionale: è un percorso che riguarda la persona nella sua interezza. Imparare nuove lingue, sviluppare abilità relazionali, approfondire la conoscenza di sé, scoprire nuovi interessi culturali o tecnici sono tutte forme di formazione che arricchiscono la vita e aumentano il benessere personale. Come per l'esercizio fisico, anche la formazione mentale produce endorfine, aumenta l'autostima e genera un senso di realizzazione che si riflette positivamente su tutti gli aspetti della vita. La diversificazione è importante: così come nell'allenamento fisico si alternano esercizi cardiovascolari, di forza e di flessibilità, anche nella formazione è utile variare tra competenze tecniche, soft skills e sviluppo personale.                                                                                     Esperienze personali e condivisione: il valore del gruppo                                                      La formazione non deve essere necessariamente un percorso solitario. Anzi, spesso è proprio la condivisione con gli altri a renderla più efficace e stimolante. Parlare delle proprie esperienze, confrontarsi sulle difficoltà, scambiarsi consigli e risorse può fare la differenza tra un percorso di crescita che si interrompe e uno che invece si alimenta continuamente. I gruppi di apprendimento e confronto sono una risorsa preziosa. Permettono di creare una rete di supporto, di trovare motivazione reciproca e di scoprire nuovi stimoli. In questo senso, la formazione diventa anche un momento di socialità e di scambio umano, non solo un obbligo da assolvere. Il valore della comunità di apprendimento è riconosciuto da molte organizzazioni professionali che, forniscono ai neofiti momenti di formazione e di pratica utili alla crescita professionale. Questo approccio comunitario alla formazione non solo facilita l'apprendimento, ma crea anche opportunità di networking e di sviluppo professionale che vanno oltre il semplice acquisizione di competenze tecniche. La condivisione di esperienze pratiche, i casi studio discussi in gruppo, le sessioni di problem-solving collettivo rappresentano modalità di apprendimento estremamente efficaci perché permettono di vedere le applicazioni concrete delle nozioni teoriche. Inoltre, condividere le proprie esigenze formative con un gruppo può aiutare a capire meglio quali sono le aree su cui concentrarsi e quali strumenti utilizzare. Non sempre è facile individuare da soli il percorso migliore, mentre il confronto con altri può aprire nuovi orizzonti e suggerire opportunità che altrimenti non si sarebbero considerate. La diversità di background e di esperienze all'interno di un gruppo di formazione rappresenta una ricchezza inestimabile, perché ogni partecipante porta con sé prospettive uniche e soluzioni creative che possono ispirare gli altri. Il mentoring e il peer learning diventano così strumenti potenti per accelerare il processo di apprendimento e per creare legami professionali duraturi.                                                                                                                                     Guardare al futuro: organizzarsi per crescere insieme                                                      Perché non pensare a iniziative comuni di formazione? Organizzarsi per fare qualcosa insieme, magari a partire dopo le vacanze, può essere un modo per superare le difficoltà individuali e trasformare la formazione in un'esperienza collettiva e motivante. Creare occasioni di incontro, workshop, gruppi di studio o semplici momenti di condivisione può aiutare a mantenere alta la motivazione e a costruire un ambiente stimolante. Tuttavia, è importante considerare che non tutti possono dedicare il tempo necessario a queste attività, e quindi è fondamentale progettare iniziative flessibili e sostenibili. Per rendere efficaci queste iniziative, potrebbe essere utile pensare a un approccio strutturato e progressivo. Come suggerito in alcuni contesti formativi, si potrebbe pensare a un percorso articolato in fasi, dove inizialmente si acquisiscono competenze di base attraverso una formazione accessibile e mirata, per poi eventualmente approfondire aspetti più specifici in una seconda fase. Questo approccio modulare permetterebbe a più persone di partecipare, rispettando i diversi livelli di disponibilità economica e temporale. Inoltre, è importante considerare la dimensione geografica e logistica. Come evidenziato in alcuni progetti formativi, bisogna tener conto che i partecipanti possono arrivare da diverse parti del territorio, e quindi è necessario organizzare la formazione in modo da essere accessibile a tutti. Questo potrebbe significare utilizzare tecnologie digitali per la formazione a distanza, organizzare eventi in diverse località, o creare reti locali di supporto che facilitino la partecipazione. La creazione di accordi e convenzioni con organizzazioni del settore può rappresentare un'opportunità per rendere la formazione più accessibile e per creare sbocchi professionali concreti per i partecipanti. In questo modo, la formazione non è più un investimento astratto, ma diventa un percorso chiaro verso obiettivi professionali specifici. Non bisogna mai accontentarsi, né pensare che si sia arrivati al limite delle proprie possibilità. La formazione è un viaggio senza fine, un investimento su sé stessi che ripaga sempre, in termini di competenze, di soddisfazione personale e di qualità della vita. Il futuro della formazione passa dalla capacità di costruire reti, di condividere risorse e di alimentare quel fuoco interiore che ci spinge a migliorare continuamente. È necessario superare la visione della formazione come costo per abbracciare quella della formazione come investimento strategico per il futuro, sia individuale che collettivo.                                                                                     Ezio Dau