Dalla conoscenza alla competenza. Un viaggio senza comodità che conduce a mete inaspettate.
Tutti i giorni ricevo comunicazioni, tramite email oppure attraverso i social network, che mi invitano a prendere in considerazione la partecipazione ad eventi formativi con la promessa di migliorare la mia vita, le mie disponibilità economiche ed in generale le mie condizioni di lavoro. Sono curioso, approfondisco, leggo fino all’ultima virgola, invio richieste di informazioni e mi restituiscono tutti la stessa cosa: poco o nulla che mi interessi davvero. Ho fatto qualche tentativo e sono stato ricontattato telefonicamente; ho risposto con piacere poiché la curiosità mi guida sempre nel mio percorso, ma anziché dissipare i miei dubbi me li hanno amplificati. A questo punto potreste pensare che io sia presuntuoso, e ve lo concedo tranquillamente, che non c’è nulla che sia alla mia altezza, ma in realtà quello che mi manca da questo tipo di proposte è l’emozione che dovrebbero suscitarmi. Dopo tanti anni di lavoro in diversi campi ho capito una cosa: non è il venditore che vende un prodotto ma è il cliente che compra. Credo sia corretto affermare che siamo tutti un po’ unici nel nostro genere e quindi abbiamo bisogno di proposte un po’ più personalizzate. Vendere un corso di formazione con la pretesa di accontentare tutti sarebbe come se volessimo vestire tutti con un abito della stessa misura o della stessa lunghezza. Ovviamente non è possibile somministrare a tutti formazione come se facessimo personal training, ma sicuramente possiamo cambiare l’approccio e dedicare più cura alla costruzione di un percorso formativo che riguardi la valorizzazione delle potenzialità di ciascuno. A tal proposito, ho accettato da poco tempo un nuovo incarico all’interno di un’organizzazione che si occupa di benessere psicofisico con il compito di organizzare un polo formativo di moderna concezione. Ho scelto di dare un taglio alla formazione che sia meno formale e didattica, lasciando più spazio all’esperienza vissuta al momento. In poche parole andremo ad organizzare corsi in cui c’è un argomento come guida delle sessioni ma lo svolgimento di questa formazione sarà fortemente condizionato e contaminato dai partecipanti, in modo da renderlo più assimilabile per ognuno di essi e più coerente con la realtà lavorativa in cui andranno ad operare. L’esperienza di ciascun discente sarà la materia prima che darà un significato alla formazione e sarà demandata alla capacità dei partecipanti l’ottimizzazione del processo di apprendimento durante i corsi. Sono cosciente che questo tipo di proposta, per qualcuno suonerà strana e che la scarsa abitudine a rendersi protagonisti di un apprendimento attivo inizialmente potranno provocare un po’ di disorientamento. Non sarà di facile assimilazione il compito di uscire dalla comodità di lasciare all’insegnante tutta la responsabilità di gestire il tempo della formazione ma come avrete già capito sono più un fan della competenza pratica piuttosto che della conoscenza teorica. Per fortuna, però, sono capitato in un ambiente che ha voglia di sperimentare e questo mi rende molto entusiasta e motivato. Voi che ne pensate a riguardo? Sono ben accetti qualsiasi tipo di critica costruttiva e di feedback.
Ezio Dau


