Tra professionalità specialistiche e “tuttologia”

Emanuela Misciglia

Googlando nei vari siti di aziende di macchinari sportivi conosciute a livello mondiale, mi sono imbattuta in una formazione proposta da una notissima azienda di attrezzi isotonici appena immessi nel mercato che mi ha fatto fare un ponderoso balzo indietro nel tempo: fine anni ’80-inizio anni ’90 a Los Angeles, Venice Beach, patria dei culturisti e del fitness. Per quanto l’innovazione e la ricerca abbia fatto passi da gigante rendendo questi macchinari altamente tecnologici, la formazione proposta in questo caso riporta esattamente a quegli anni dove “carico, massa, immagine” erano le parole chiave dell’allenamento (oltre al doping, ma di questo parleremo in altro momento), un ritorno, direi ciclico, a ciò che sembrava superato con la scoperta del concetto olistico dell’allenamento, dell’importanza della connessione “mente-corpo”, rispetto a quanto il concetto di consapevolezza, equilibrio, ascolto di noi stessi si è sviluppato negli ultimi due decenni sembrerebbe un passo indietro. Eppure concetti di allenamento come “Boot Camp” o “CrossFit”, per esempio, hanno avuto un successo abbastanza effimero proprio perché non adatti e non adattabili a tutti eppure sono stati venduti come tali. Mi chiedo: perché un istruttore di tali discipline non comprende che allenamenti come questi possono essere proposti ad una nicchia di persone che sicuramente non rappresenta la maggioranza dei frequentanti palestre o centri di allenamento vari? Dipende da una convinzione radicata oppure da una scelta commerciale del momento (spesso della direzione della palestra) o magari da una mancata corretta preparazione?

Ricordo che nel mese della mia permanenza a Los Angeles a quei tempi, girai come una trottola tra le varie palestre più conosciute del tempo frequentando lezioni di varie tipologie tra cui quelle di Karen Voight, icona del fitness e dell’aerobica del tempo e, ad oggi, insegnante di Yoga e Pilates. Karen mi è particolarmente cara perché il suo percorso professionale è stato molto simile al mio, dalla danza al fitness musicale, passando dallo spinning per poi incontrare le discipline olistiche. Per quanto mi riguarda ciò che ha determinato il mio personale percorso ricco di cambiamenti, anche drastici, è stata la necessità di “avere sempre qualcosa da dare”, di non arrivare ad essere una “spugna strizzata”, di ridurmi ad una macchina da lavoro senza entusiasmo, emozioni, empatia verso chi veniva a lezione da me, ma anche una lettura attenta dei tempi che cambiavano e così anche le esigenze delle persone.

Ad oggi sono quasi 23 anni che mi dedico alla tecnica Pilates e al mondo delle tecniche olistiche: ho analizzato, sezionato come in una autopsia i principi del Pilates, costruendo intorno ai suoi fondamenti intuizioni, variazioni, protocolli di lavoro personalizzati, confrontandomi con fisiatri e fisioterapisti “open mind” (e in verità solo con alcuni ortopedici poiché la maggior sa poco di attività motoria) utilizzando i principi di questa tecnica (e non a caso non ho parlato di metodo) per realizzare un bagaglio di informazioni tecnico-scientifiche che ad oggi mi permettono di rieducare moltissime patologie osteo-articolari, neurologiche ed anche psicologiche, nonché di realizzare protocolli di allenamento complementare per atleti agonisti. Un percorso quindi fatto di scelte, molte cose se ne sono andate, molte altre sono rimaste e, per essere sincera, ciò che mi è rimasto è molta sostanza.

E’ proprio qui che nasce la domanda:  se la mia attività professionale (che in verità è la mia passione) impegna tutto il mio tempo, è un continuo studio e ricerca, è un valutare senza soluzione di continuità, è confronto tra feedback che si ricevono ed esperienze diverse con cui confrontarsi, è perenne laboratorio di sperimentazione, potrei al contempo dedicarmi all’insegnamento di altre attività motorie o di fitness garantendo la stessa attenzione personalizzata, la stessa cura, la stessa preparazione?

Mi piacerebbe che la risposta del lettore scaturisse dopo le prossime considerazioni:

1)   lo sport è scienza che riguarda il corpo umano e quindi il mantenimento della sua salute in toto

2)   in quanto scienza, essa va studiata e metabolizzata perché divenga per noi istruttori, preparatori, allenatori “pane di tutti i giorni”, conoscenza irrinunciabile

3)   la scienza va applicata con cura, attenzione, sperimentazione su una base culturale forte

4)   l’esperienza nel tempo forgia la nostra conoscenza e la nostra capacità professionale

Se conoscenza, esperienza e tempo sono i fattori chiave di una competenza che possa essere definita tale, ecco che ci troviamo a fare i conti con la FORMAZIONE, ovvero come acquisire skills efficaci, validi, qualificanti. Nel mondo del fitness la formazione proposta in gran parte (e per fortuna non tutta) è quella “mordi e fuggi”, uno o due weekends per ottenere attestati e poi insegnare fitbox, zumba, acquagym, allenamento funzionale (a cosa???), ed una serie di altre attività infinite dai nomi improbabili e dove i corsi formativi delle quali sono aperti a tutti e, per tutti, intendo persone anche senza competenze sportive (e qui torniamo ai punti 1,2,3 e 4 di cui sopra)

Certamente esistono sul territorio italiano diversi Corsi di Laurea in Scienze Motorie e, così detto, parrebbe un elemento unicamente positivo con un fine: quello di preparare gli studenti al lavoro nel mondo sportivo, ma siamo sicuri che sia così? Autorevoli autori (e non solo) da tempo si pongono domande quali:

-       chi insegna queste materie così importanti?

-       quali sono i contenuti insegnati?

-       quali sono le formazioni specifiche proposte e quali preparazioni specifiche ha il docente che le insegna?

-       cosa deve saper fare alla fine del suo percorso lo studente?

-       la teoria è stata equivalente alla pratica?

Tra la mia esperienza personale e quella con i vari tirocinanti che ho ospitato presso il mio centro di preparazione atletica e personal training, ho dovuto inevitabilmente trarre delle conclusioni non sempre positive, tranne per alcuni per i quali la volontà di conoscere, di crescere, di specializzarsi al di fuori dell’università ha dato i suoi frutti e, ad oggi, lavorano con me ed in altre strutture. Ma ALCUNI. Molti altri hanno fatto scelte facili, veloci e di conseguenza “basicamente” qualificanti. Certamente la crescita personale è un percorso che implica impegno, fatica mentale e fisica, passione e tempo, ma senza queste caratteristiche si rimarrebbe sempre allo stesso punto, non ci si evolverebbe.

Una laurea determina le basi, il dopo laurea è un momento importantissimo dove le scelte che si effettueranno contribuiranno o no alla realizzazione personale, alla crescita professionale, alla affermazione nel mondo lavorativo e soprattutto manterranno vivo l’interesse per una formazione continua alla ricerca di stimoli scientifici e tecnici. E ciò appena detto si ricollega strettamente alle proposte offerte dal mercato attuale delle palestre che, da qualche anno sta prendendo di massima due strade ben distinte:

-       quella dei grandi marchi franchising e delle palestre che si ispirano a loro, nei quali si vende l’idea del “posso fare di tutto” con un marketing che spinge ad abbonamenti lunghi a prezzi che parrebbero vantaggiosi ma fornendo un personale lavorativo scarsamente preparato, pagato poco, sfruttando spesso tirocinanti e dove ogni servizio in più personalizzato va pagato (caro) al di fuori dell’abbonamento

-       quella dei centri di allenamento e/o preparazione atletica specializzati, di dimensioni più contenute ma con obiettivi precisi, con percorsi su misura per l’allievo o per l’atleta, all’interno dei quali si trovano professionisti che hanno scelto una strada precisa, approfondita, qualificante e di grande professionalità.

Una nota a parte va fatta per coloro che hanno scelto la strada delle lezioni on-line che sicuramente (e per il momento) riscontra un buon ritorno economico, ma il contatto umano che determina le sensazioni, le emozioni e che tanto aiuta noi istruttori ad essere ascoltatori empatici e insegnanti efficaci, che fine fa?

Per noi operatori del mondo sportivo è necessario avere molta conoscenza e competenza poiché il sapere ed il fare dovrebbero andare di pari passo, nei confronti di chi alleniamo dovremmo essere in grado di riconoscere le abilità e non, di adattare, plasmare, modellare le proposte di movimento per trovare le più appropriate e soddisfacenti per chi stiamo allenando e tutto ciò tramite una  nostra educazione continua per essere al passo con i cambiamenti sociali e ambientali che agiscono sulla mente e sul fisico degli esseri umani.

Ma come è possibile fare tutto ciò se poi la proposta è la seguente:

-       classi stracolme di ogni tipologia di persone

-       non conoscenza di chi partecipa alle lezioni

-       proposte di allenamento per moda e non per costruzione tecnico-scientifica

e potrei proseguire ad oltranza!

 Nella carenza, speriamo per il momento, di un dialogo comune tra scuola e lavoro per quanto riguarda il mondo dell’attività motoria, sarebbe necessario che ogni istruttore, allenatore, preparatore atletico, formatore etc. avesse ben chiari i diversi fattori sopra affrontati, il mondo della “tuttologia” è un mondo superficiale, non qualificante e pericoloso per la salute, i carichi sconsiderati, gli esercizi uguali per tutti indipendentemente dall’età, dalla fisicità, dalle capacità motorie, dalle caratteristiche anatomico-funzionali, dalle patologie e via dicendo sono un pericolo per la salute di ogni partecipante alla lezione, l’attività fisica non può essere un semplice gioco, è scienza provata e ricerca consapevole, è cultura e consapevolezza sia per chi insegna che per chi apprende.

Il coraggio di intraprendere una lunga formazione fatta di studio ma anche di esperienze è la chiave per dare valore al nostro lavoro ma anche per portare l’attività motoria ad essere compresa come prevenzione alle malattie (e in Italia questo concetto è ancora poco diffuso), per questo motivo tutto ciò che tratta l’attività motoria in maniera superficiale va combattuto e questo va fatto con la cultura e la ricerca di sempre maggiori competenze nel settore che scegliamo, nella nostra specializzazione. 


Emanuela Misciglia


Autore: Ezio Dau 10 giugno 2025
Il ruolo cruciale della creatività nella vita moderna La creatività svolge un ruolo cruciale nella vita moderna, poiché è un motore trainante per l'innovazione e lo sviluppo. Attraverso la creatività, le persone possono trovare soluzioni originali a problemi complessi, inventare nuove tecnologie e esprimere sé stesse in modi unici. Nell'era attuale, caratterizzata da rapidi cambiamenti e sfide globali, la capacità di pensare in modo creativo è diventata essenziale per adattarsi e prosperare. La creatività non riguarda solo le arti e il design, ma permea tutti gli aspetti della società, inclusi settori come la scienza, l'economia e la politica. Coltivare la creatività nelle persone è fondamentale per favorire l'innovazione e la crescita sia a livello individuale che collettivo. In questo contesto, incoraggiare la diversità di prospettive e l'apertura mentale può contribuire a sbloccare il potenziale creativo di ogni individuo. Riflessioni sulla scarsità di immaginazione Nel contesto attuale, ci si trova spesso a riflettere sulla carenza di creatività e originalità che caratterizza molte sfere della vita moderna. La scarsità di immaginazione può derivare da diversi fattori, tra cui la routine quotidiana che limita la libertà di pensiero e l'eccessiva dipendenza da fonti esterne di ispirazione. Inoltre, la mancanza di spazio per l'immaginazione nelle istituzioni educative e lavorative contribuisce a perpetuare questo problema. Questa carenza ha conseguenze significative sulla società, limitando l'innovazione e la capacità di trovare soluzioni creative ai problemi emergenti. È fondamentale sensibilizzare sull'importanza di coltivare l'immaginazione sia a livello individuale che collettivo, incoraggiando la sperimentazione e il pensiero fuori dagli schemi per favorire un approccio più aperto e innovativo alla vita quotidiana. Come stimolare la fantasia individuale e collettiva Per stimolare la creatività sia a livello individuale che collettivo, è essenziale incoraggiare la sperimentazione e l'apertura mentale. Individui e gruppi possono beneficiare dall'esplorare nuove prospettive, abbracciare il pensiero divergente e sfidare le convenzioni. Attività come il brainstorming, l'arte, la lettura di opere stimolanti e la collaborazione con persone provenienti da sfondi diversi possono favorire la generazione di idee innovative. Inoltre, è fondamentale creare uno spazio sicuro in cui gli individui si sentano liberi di esprimere le proprie visioni senza giudizio, incoraggiando così la diversità di pensiero. La varietà di punti di vista può portare a soluzioni originali e ispiratrici, contribuendo a nutrire una mentalità aperta e creativa sia a livello personale che collettivo. La repressione dell'immaginazione negli altri: cause e conseguenze La limitazione della creatività nelle persone può derivare da diversi fattori, come l'educazione rigida, la mancanza di sostegno nell'esplorare nuove idee e la paura del giudizio sociale. Le conseguenze di questa repressione dell'immaginazione possono essere significative, portando a una ridotta capacità di risolvere problemi in modo innovativo, mancanza di originalità nelle idee e scarsa flessibilità nel pensiero. Inoltre, chi subisce una repressione costante della propria immaginazione potrebbe sviluppare una mentalità chiusa e resistente al cambiamento, perdendo così preziose opportunità di crescita personale e professionale. È essenziale promuovere un ambiente che favorisca la libertà creativa e l'espressione individuale per contrastare gli effetti negativi della repressa immaginazione negli altri.  Strategie per coltivare una mentalità più aperta e innovativa Per coltivare una mentalità più aperta e innovativa, è fondamentale esplorare nuove prospettive e abbracciare la diversità di idee. Una strategia efficace è quella di incoraggiare il pensiero critico e la sperimentazione, stimolando la curiosità e l'interesse per il nuovo. Inoltre, favorire la collaborazione e il confronto costruttivo tra individui con background diversi può portare a soluzioni creative e originali. È importante anche promuovere un ambiente che accoglie il rischio e l'errore come parte del processo di apprendimento, incoraggiando la tolleranza all'incertezza. Infine, dedicare del tempo alla riflessione e alla meditazione può aiutare a liberare la mente da schemi mentali rigidi, aprendo la strada a nuove idee e approcci innovativi. Ezio Dau
Autore: Ezio Dau 6 giugno 2025
Riflettere sul passato: l'importanza del disordine Riflettere sul passato ci consente di apprezzare l'importanza del caos che abbiamo affrontato. Guardando indietro, possiamo riconoscere come le sfide e i momenti di disordine abbiano contribuito alla nostra crescita personale. È proprio nella confusione che spesso si nascondono le più grandi opportunità di apprendimento e sviluppo. Accettare il disordine come parte integrante del nostro percorso ci permette di trasformare gli ostacoli in occasioni di crescita. Ogni periodo di turbolenza porta con sé lezioni preziose da cui possiamo imparare e trarre ispirazione per affrontare sfide future con maggiore consapevolezza e determinazione. Guardare al passato con gratitudine per le difficoltà superate ci aiuta a comprendere che il disordine non è necessariamente negativo, ma piuttosto un tassello fondamentale nel mosaico della nostra evoluzione personale. Congratularsi con sé stessi: riconoscere le proprie vittorie Riconoscere e celebrare le proprie conquiste è un passo fondamentale verso la crescita personale. Troppo spesso ci concentriamo sui nostri fallimenti, trascurando le vittorie che abbiamo ottenuto lungo il cammino. Congratularsi con sé stessi non significa essere presuntuosi, ma piuttosto riconoscere il proprio valore e l'impegno profuso per raggiungere i propri obiettivi. Questo atto di auto-riconoscimento non solo aumenta la fiducia in sé stessi, ma alimenta anche la motivazione per affrontare sfide future. Ogni piccolo successo merita di essere celebrato, poiché sono le piccole vittorie che alla fine portano a grandi risultati. Imparare a riconoscere e apprezzare le proprie conquiste è essenziale per mantenere uno stato d'animo positivo e costruttivo nel percorso verso il successo personale. Sorridere al futuro: abbracciare le aspettative Sorridere al futuro significa accogliere con gioia e fiducia ciò che verrà. Abbracciare le aspettative ci permette di visualizzare i nostri obiettivi e i nostri sogni, trasformandoli in una fonte di ispirazione per il presente. Guardare al futuro con ottimismo ci motiva a lavorare con impegno per realizzare ciò che desideriamo. Le aspettative non devono essere solo desideri vaghi, ma progetti concreti su cui possiamo costruire passo dopo passo. Accettare le sfide che il futuro ci riserva ci rende più forti e determinati a superarle. Ogni aspettativa è un'opportunità di crescita e realizzazione personale, un invito a metterci alla prova e a dimostrare il nostro valore. Abbracciare le aspettative con un sorriso ci dà la forza di perseguire i nostri sogni con determinazione e fiducia nel domani. Dalla caos alla creazione: dare forma ai nostri obiettivi Passare da momenti di disordine e confusione alla realizzazione dei nostri obiettivi è un viaggio emozionante e gratificante. È durante la sfida del caos che possiamo davvero mettere alla prova la nostra creatività e la nostra determinazione. Dare forma ai nostri scopi richiede una chiara visione e un piano d'azione ben definito. Ogni passo verso la creazione di ciò che desideriamo è un passo avanti verso il successo e l'auto-realizzazione. Affrontare le sfide con risolutezza e fiducia ci permette di trasformare il disordine in un'opportunità di crescita personale. Attraverso la tenacia e la perseveranza, possiamo plasmare il nostro futuro secondo i nostri desideri più profondi, trasformando il caos in un terreno fertile per la creazione di una realtà soddisfacente e significativa. Il viaggio di crescita: imparare dalle esperienze Nel percorso di crescita personale, ogni esperienza vissuta rappresenta un'opportunità preziosa per imparare ed evolvere. Ogni sfida superata e ogni ostacolo incontrato ci insegnano lezioni fondamentali che contribuiscono al nostro sviluppo interiore. È attraverso le esperienze, sia positive che negative, che acquisiamo saggezza e maturità, affinando le nostre capacità di affrontare le situazioni future con maggiore consapevolezza. Ogni errore commesso diventa un tassello importante nel puzzle della nostra crescita personale, permettendoci di migliorare e progredire lungo il nostro cammino. È quindi fondamentale accogliere ogni esperienza come un'opportunità di apprendimento, senza temere i fallimenti ma considerandoli come tappe necessarie per il nostro sviluppo. L'imparare dalle esperienze è un viaggio continuo e appassionante che ci arricchisce interiormente e ci guida verso una maggiore realizzazione di noi stessi. Ezio Dau
Autore: Ezio Dau 3 giugno 2025
Il concetto di indipendenza personale Il concetto di autonomia individuale rappresenta la capacità di una persona di prendere decisioni e agire in base ai propri valori, desideri e obiettivi, indipendentemente dalle influenze esterne. Essere autonomi significa essere consapevoli delle proprie forze e debolezze, avere fiducia nelle proprie capacità e essere in grado di gestire le sfide e le responsabilità della vita quotidiana in modo indipendente. Questo concetto implica anche la libertà di scegliere il proprio percorso e perseguire i propri fini senza subire condizionamenti o costrizioni esterne. L'indipendenza personale è un obiettivo che può portare a una maggiore realizzazione e soddisfazione individuale, permettendo alle persone di esprimere appieno la propria autenticità e realizzare il proprio potenziale. L'importanza dell'allenamento mentale L'importanza del potenziamento mentale è fondamentale per il benessere psicologico e emotivo di un individuo. L'allenamento della mente aiuta a sviluppare la resilienza, la capacità di affrontare le sfide e di adattarsi ai cambiamenti in modo positivo. Attraverso esercizi mirati e strategie mentali, è possibile migliorare la concentrazione, la creatività e la gestione dello stress. Inoltre, l'allenamento mentale favorisce la fiducia in sé stessi e l'autostima, essenziali per affrontare le sfide quotidiane con determinazione e ottimismo. Investire tempo ed energie nell'allenamento della mente porta benefici tangibili nella vita di tutti i giorni, migliorando le relazioni interpersonali e la qualità complessiva dell'esistenza. Non bisogna trascurare l'importanza di prendersi cura della propria salute mentale, poiché essa è alla base di un equilibrio psicofisico duraturo. Esplorare le opzioni possibili Quando ci troviamo di fronte a una decisione importante, è fondamentale esplorare tutte le opzioni possibili a nostra disposizione. Questo processo di esplorazione ci permette di ampliare la nostra prospettiva e di valutare attentamente le diverse alternative disponibili. Ogni opzione rappresenta una potenziale strada da percorrere e analizzarle in modo approfondito può aiutarci a individuare la soluzione migliore per noi stessi. Esplorare le opzioni possibili richiede flessibilità mentale e apertura verso l'ignoto, ma è un passo cruciale nel cammino verso l'indipendenza personale. Attraverso questa pratica, possiamo scoprire nuove opportunità, superare limiti autoimposti e accrescere la consapevolezza delle scelte a nostra disposizione. In definitiva, esplorare le opzioni possibili è un atto di coraggio e saggezza che può portarci verso traguardi inaspettati. Considerare le scelte improbabili Quando si tratta di considerare le opzioni meno probabili nella nostra ricerca di indipendenza personale, è fondamentale aprire la mente a possibilità al di fuori della norma. Esplorare scelte insolite o inusuali potrebbe rivelarsi sorprendentemente vantaggioso nel percorso verso il raggiungimento dei nostri obiettivi. Anziché limitarci a ciò che sembra più convenzionale o facilmente realizzabile, dovremmo essere disposti a valutare anche le alternative che potrebbero apparire al di là delle nostre aspettative. Considerare le scelte meno comuni potrebbe portare a soluzioni creative e innovative che ci permettono di ampliare i nostri orizzonti e superare ostacoli inaspettati. In questo modo, ci avviciniamo all'indipendenza personale non solo attraverso le strade già battute, ma anche percorrendo sentieri meno frequentati che potrebbero condurci a risultati straordinari. Affrontare le alternative impossibili Quando ci troviamo di fronte a scelte apparentemente impossibili, può essere facile sentirsi sopraffatti e scoraggiati. Tuttavia, affrontare le alternative che sembrano irrealizzabili potrebbe rivelarsi un'opportunità per esplorare nuove prospettive e superare i nostri limiti mentali. Invece di arrendersi di fronte alle sfide apparentemente insormontabili, possiamo adottare un approccio creativo e innovativo per trovare soluzioni inaspettate. Esplorare scenari al di fuori della nostra zona di comfort potrebbe portarci a scoprire risorse interne che non sapevamo di possedere. Affrontare le alternative considerate impossibili potrebbe spingerci a superare i confini della convenzionalità e ad abbracciare il cambiamento con coraggio e determinazione. In questo modo, potremmo trasformare ciò che sembrava impossibile in una realtà sorprendente e gratificante. Ezio Dau