Una “vision” condivisa crea sinergie che fanno crescere il team di lavoro.
“L'uomo può realizzare delle cose stupefacenti se queste hanno un senso per lui.” (Carl Gustav Jung).
La riflessione odierna riguarda la VISION. Ieri ho avuto modo di parlare con una persona che manifestava la delusione di non riuscire, con il suo gruppo di lavoro, a portare avanti dei progetti sportivi, pur avvalendosi di professionisti provvisti di curricula altisonanti ed esperienze pluriennali. Più il discorso andava avanti e più percepivo e visualizzavo la distanza esistente tra le persone che avrebbero dovuto dar vita a questa ipotetica iniziativa di progetto. Traducendo questa parola di lingua anglofona (VISION), arriviamo ad un concetto di una semplicità estrema: la visione. E’ doveroso chiedersi come possiamo lavorare con qualcuno che non condivide la nostra visione, soprattutto quando vede e considera le cose in modo asettico e magari pure in maniera diversa da noi. Vi porto questo argomento perché è un errore molto comune che si commette in ambiente sportivo. Scelgo un allenatore perché è stato campione ed ha vinto tanto, e non ottengo risultati, un direttore tecnico che ha vinto tanto altrove e non mi porta gli stessi risultati che ha ottenuto in passato, scelgo un atleta che in altri ambienti ha spopolato e qui non riesce ad ambientarsi. Ma com’è possibile? E’ possibile eccome! Le persone per lavorare al meglio devono farlo in un ambiente che li accolga e li includa. Per fare questo prima di fare delle scelte e di includere nuove persone, è necessario riconoscere i propri valori etici, stabilire una filosofia interna all’ambiente in cui si opera, che porta a definire una vision, e soprattutto condividerla prima di fare accordi o società di impresa. Se le persone non trovano un senso in quel che fanno, difficilmente si potranno esprimere al meglio e completarsi con voi. Se abbiamo un credere comune allora il lavoro in team avrà successo, diversamente sarà difficile andare avanti con fluidità. Personalmente, quando scelgo dei collaboratori sono molto esigente e selettivo. Se non riesco a trovare qualcuno che condivida con me un’idea che mantenga viva la mia passione e la mia emozione, non protraggo troppo a lungo la mia collaborazione con loro. Succede anche a voi o mi trovate esageratamente pretenzioso? Coraggio. Ditemi la vostra!
Ezio Dau


